Ultimamente siamo ossessionati dall’idea di sfornare numeri speciali di «Colla». Nei prossimi mesi ne usciranno due. Questo che vi apprestate a leggere non è propriamente uno «speciale», non era pensato per esserlo, ma mentre ci lavoravamo, quasi senza che ce ne accorgessimo, la smania di novità si è impossessata di noi e la formula standard è stata un po’ ritoccata.
Invece dei soliti sei racconti, ecco allora tre racconti, due anticipazioni di romanzi di prossima uscita e un’anticipazione di un romanzo in cerca di editore.
Vedrò di andare per ordine.
Novevolt è una collana curata da Enrico Piscitelli e Alessandro Raveggi per l’editore Zona, caratterizzata da testi che di solito non superano le 120.000 battute, da copertine belle quanto colorate e, soprattutto, dalla presenza di autori di tutto rispetto (Enzo Fileno Carabba, Franz Krauspenhaar, Alessio Arena, Fabrizio Venerandi). A giugno sarà il turno di Andrea Tarabbia, col romanzo Marialuce, di cui ci fa molto piacere presentare in anteprima un estratto. E non ci fa piacere solo perché l’esordio di Tarabbia (La calligrafia come arte della guerra, Transeuropa, 2010) è stato selezionato tra i 19 finalisti allo Strega, non ci fa piacere solo perché un altro suo romanzo uscirà presto per Mondadori: ci fa piacere perché Tarabbia, nel caso in cui non vi fosse ancora giunta la voce, è uno bravo.
Il 18 maggio arriverà in libreria, per le edizioni Hacca, Denti guasti, di Matteo De Simone. Ci sono almeno tre motivi perché la cosa mi rende particolarmente felice. Il primo è che Denti guasti è un gran bel romanzo e rappresenta un netto passo avanti rispetto al già ottimo Tasca di pietra (Zandegù, 2007). Il secondo è che ho avuto la fortuna di leggere il libro quando non era ancora in aria di pubblicazione, restandone molto impressionato e sponsorizzandolo per quanto mi fosse possibile. Il terzo è che so come lavorano le ragazze di Hacca e so che Denti guasti sarà coccolato a dovere. Se non avete ancora sbirciato la copertina vi consiglio di andarla a cercare su internet. Intanto, nell’attesa del 18 maggio, ve ne presentiamo un estratto.
L’ultima anticipazione riguarda un romanzo in cerca di editore: Estremi rimedi, di Danilo Deninotti. Tre anni fa mi è capitato di imbattermi in un racconto di Danilo di cui non ricordo il titolo. Quello che ricordo è che mi feci cinque minuti buoni di risate e che segnalai il pezzo in una minuscola rubrica che curavo. Il giorno dopo mi arrivò una mail di Danilo che più o meno faceva: «Ok, cazzo, io lo so che in realtà sei Il Biondo, di’ la verità, dai Biondo, non farmi schiumare e smetti di aprirti caselle mail a nome altrui». Ci volle un po’ per convincerlo che no, non era uno scherzo, non ero un suo amico sotto falso nome, esistevo sul serio e sul serio mi era piaciuto Io, il Secco, i Fottuti Mutanti e la notte del 13 novembre 2008 (mentivo quando dicevo di non ricordare il titolo). Nel corso degli anni ho continuato a spiare qualsiasi cosa Danilo pubblicasse in antologie e su riviste varie, nella maggior parte dei casi si trattava di racconti brillanti, ben costruiti, ma finalizzati per lo più a divertire il lettore. Per questo, quando qualche mese fa mi è casualmente capitato tra le mani Estremi rimedi, per me è stata una sorpresa avere a che fare con una storia familiare dal tono parecchio diverso rispetto a quello che ero abituato ad aspettarmi da Danilo.
A me il romanzo è piaciuto tanto. Per chiunque volesse farsi un’idea, ecco all’interno del numero una breve sinossi e il primo capitolo.
Se non mi dilungo ulteriormente nel presentare i racconti di Ferdinando Morgana, Giulio G. D’Antona e Fabio Natale non è perché non li trovi belli belli in modo assurdo, ma semplicemente perché, a differenza delle varie anticipazioni dei romanzi, non hanno bisogno di alcuna premessa e chiedono soltanto che vi fiondiate a leggerli.
In coda, un ringraziamento va all’autore della copertina di questo nono numero: Mauro Maraschi, un uomo dotato di poteri paranormali. Se gli chiedete di preparare con calma un disegno per la vostra rivista, in mezzo pomeriggio è capace di mandarvene cinque, tutti corrispondenti all’idea di copertina che avevate. Solo che magari voi, la vostra idea, non avevate nemmeno provato a spiegargliela.