Numero 12


 

 

 

Piccola nota introduttiva
 Colla 12 Los Ingrávidos si propone di offrire una panoramica della migliore narrativa spagnola prodotta dai nati negli anni ‘80.
Quando sono stati selezionati gli autori erano tutti inediti in Italia. Nel frattempo Belfondo, di Jenn Díaz, è stato pubblicato da Edizioni La Linea e sono convinto che per gli altri la pubblicazione italiana sia solo una questione di tempo.
Per saperne di più sugli autori e sulla scena letteraria spagnola attuale vi rimando alle interviste che troverete alla fine dei racconti.
Un ringraziamento particolare va all’autrice del prologo, Ainhoa Rebolledo, e agli illustratori (oltre alla tradizionale illustrazione di copertina ce ne sono sei interne, una per ogni storia).

Marco Gigliotti

Ingrávido, -da adj
1 se aplica al cuerpo que no está sometido a la fuerza de gravedad terrestre.

Diccionario Enciclopédico Voz1. © 2007 Larousse Editorial, S.L.

Traduzione e interviste: Marco Gigliotti

Per leggere il numero in spagnolo – Para leer el numero en español

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PROLOGO
di Ainhoa Rebolledo

Da molto non si discute dell’utilità o dell’inutilità di internet. Ormai si dà per scontato che vada bene, che sia ok, che «Viva il progresso!» e ora quando si parla (non si discute più) lo si fa riguardo alla dipendenza da messaggeria istantanea (nelle sue multiple forme e varianti) e di perché non mi risponde se ha il cellulare con le sue MULTIPLE reti sociali in tasca e non gli costa niente ‒ zero centesimi ‒ rispondermi a uno ‒ almeno a uno ‒ degli ottantaquattro (84) messaggi Continua a leggere

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Un pezzo di un’altra donna
di Matias Candeira

La storia comincia nello stesso posto dove tutto finisce: il tavolo di metallo, la luce al neon, i bisturi scintillanti e, col colore dei tronchi che passano molto tempo sott’acqua, il corpo di una donna. Si chiamava Erika Santoni, una giovane dagli occhi grigi che aveva ricevuto un colpo di pistola dal suo compagno appena un paio d’ore prima. Continua a leggere

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La bambina suicida
di Paula Cifuentes

Successe tanto tempo fa. Volle saltare. Cadde in picchiata contro l’asfalto e mio nonno piange ogni volta che la ricorda. La chiamarono in qualche modo, che non ricordo proprio. Preferii ricordarla come la bambina senza nome. Continua a leggere

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Un contro-racconto italiano
di Jenn Díaz

Un pomeriggio Ilaria era salita sul tetto e, siccome era già mezza anziana, aveva paura di scendere. Cappottino però sembrava non aver fretta, allora lei aveva cercato di allontanare il timore di cadere giù guardandolo e dicendogli: gattino buono, bravo gattino, mi aiuterai tu a scendere da qui, vero? Continua a leggere

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La parte più calda
di Juan Soto Ivars

Erano i giorni in cui il lavoro non ci aveva sfiorato. I giorni in cui conoscevamo intimamente l’estate e lei ci permetteva di passeggiarle sul dorso. Per noi la vita era andare su e giù per strade conosciute, portare a spasso la noia per le campagne che circondavano il paese e fantasticare sulle ragazze Continua a leggere

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Aladino e i flip del zarrogante in Rawalistan sul suo magico skateboard
di Antonio J. Rodriguez

Questa è la merda. È un pomeriggio ancora simil-estivo di ottobre e Mahad porta, a mo’ di corona, delle cuffie regolabili dentro le quali Lauryn Hill sta ululando con il suo afromegafono: «È divertente come il tempo cambia le situazioni», eccetera. Continua a leggere

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Graves
di Sergio Lifante

Quest’anno sono tornato a Venezia. Non sono venuto per lasciarmi affascinare dalle bellezze raffigurate nelle cartoline, né per mangiare in una delle sue osterie. Ho trovato un piccolo albergo economico al Lido, faccio la spesa nei supermercati e seguo una dieta a base di panini Continua a leggere