Numero 20

 

C’è un romanzo che amo, scritto da un autore americano che amo nonostante in tutti i suoi libri (tre) arrivi sempre una fase in cui mi annoio e penso che basta, ormai si va verso il declino. E invece, per fortuna, no. Questo romanzo che amo è ambientato in una grande agenzia pubblicitaria in odore di licenziamenti. Ogni giorno si vocifera di qualcuno che verrà fatto fuori, ogni settimana si libera una sedia, una scrivania, un ufficio. La crisi è appena arrivata e non se ne andrà per molto tempo: bisogna imparare a conviverci, farsi furbi, sopravvivere. L’autore americano che amo si chiama Joshua Ferris, il romanzo E poi siamo arrivati alla fine. A parte il libro, a me è sempre piaciuto il titolo e ogni tanto mi accorgo di adattarlo in automatico a una serie di situazioni intorno a me. Mentre io e Marco Gigliotti (in collegamento telepatico Milano-Londra) lavoravamo a questo nuovo numero, pensavo proprio che e poi siamo arrivati a venti.
Sette anni e venti numeri di Colla.

Considerando che più andremo avanti più è immaginabile un ragionevole calo di ritmo, sembra che per arrivare al numero cento ci vorranno ancora pressappoco trent’anni.
Ecco: io la fine la immagino più o meno così. Lontana e con gli alieni a comprare copie cartacee di Colla n. 100 stampate per l’occasione, mentre intorno va avanti la festa d’addio, il figlio di David Guetta mixa pezzi degli Offlaga Disco Pax e, come sempre, si bevono cocktail fatti male.

Siccome manca ancora molto, però, dimentichiamoci tutto e concentriamoci sul presente.
Il presente è la magnifica illustrazione di Sara Stefanini adattata a copertina da Mauro Maraschi detto «Il Chino». È la storia del Deportivo Boorroomba: di come nel 1953 compì un’impresa calcistica incredibilmente ignorata da Federico Buffa, ma per fortuna raccontata da Francesco Scarrone in Conosci Ostencio Villadio? È il conto delle ore trascorse in macchina, sotto la pioggia, dalla protagonista di Allenarsi all’invisibilità. La protagonista non potrete mai conoscerla; l’autrice, invece (Marta Santomauro), potrebbe avervi consigliato un libro tutte le volte che avete deciso di fare un salto in una delle più belle librerie indipendenti di Milano, che poi sarebbe la Gogol & Company.
Il presente è la colonia felina di Saramago e la scoperta di un autore, Giovanni Ceccanti, che potrebbe anche scrivere per altre trecento pagine solo di gatti storpi risultando comunque ipnotico.
Il presente è l’esperimento di Federica Patera, capace di costruire un racconto utilizzando solo citazioni scelte in base a criteri ben precisi. Di fronte a lavori simili abbiamo sempre il timore che risultino fini a se stessi, che ok lo studio, ok l’immensa ricerca, ok il significato, ma poi il racconto… il racconto com’è? Ecco, in questo caso il racconto si intitola La malattia e, per usare una sola parola, è: moltobbello.
Il presente è il modo in cui Andrea Cannarella sviluppa le sue storie, che sembra sempre debbano prendere una direzione e invece poi vanno da tutt’altra parte. E a te alla fine sta benissimo così, ringrazi per il giro a sorpresa, vorresti subito farne un altro. Intanto, siccome da qualche parte bisogna iniziare, noi partiamo da Pavone!
Il presente è Antonio Meli, sono tutti i conflitti del protagonista de L’altra donna mentre è vicino tanto così a tradire la sua ragazza e forse lo farà forse invece no, ma in fondo quasi non dipende nemmeno da lui, che in questa situazione ci si trova non sa come, non sa perché.
Il presente è questo numero venti di Colla, e dovreste proprio leggerlo.

Francesco Sparacino

Conosci Ostencio Villadio?
di Francesco Scarrone

Quell’anno il Deportivo Boorroomba fece quella che probabilmente fu la sua migliore stagione. Credo che a vederlo allora, nessuno si sarebbe mai immaginato che trent’anni dopo la squadra sarebbe finita a giocare in lega dilettanti a causa di malversazioni e sottrazioni di denaro alle quali la sottopose Rodrigo Espandero, il nuovo proprietario. Continua a leggere…

Allenarsi all’invisibilità
di Marta Santomauro

Ci sono molti modi di amare e questo è il mio, pensa Giulia spegnendo il motore della Regata in via Bellini.
C’è chi ama con i messaggi nel telefono, con i baci, le viscere e tutti i pezzi del corpo, c’è chi ama con i murales, con le domeniche senza uscire dal letto, con i litigi a voce alta, con le carezze.
Giulia ama su quattro ruote, con le sigarette e i portoni di casa. Continua a leggere…

Saramago
di Giovanni Ceccanti

Una cosa che non potrò mai togliermi dalla testa sono certi gatti che ho visto nascere, crescere e morire nella casa in campagna dove sono nato e cresciuto io stesso, nel Chianti, una vecchia colonica con un paio di ettari di olivi qua e là maritati a viti. Continua a leggere…

La malattia
di Federica Patera

Avevo la pasta sul fuoco in cucina, quando squillò il telefono; fui tentato di non rispondere, gli spaghetti erano quasi cotti, ma sollevai comunque il ricevitore – mi venne così, per istinto. Continua a leggere…

Pavone
di Andrea Cannarella

La sede del nuovo lavoro stava a una ventina di chilometri e dopo tre mesi di corriera decisi di comprarmi un’auto. Lo decisi un pomeriggio tardo di febbraio mentre tornavo a casa su quella corriera e guardavo degli imponenti viadotti in cemento armato fuori dal finestrino al far del buio. Il fatto è che non avevo idea di come muovermi per procurarmene una a buon mercato.  Continua a leggere…

L’altra donna
di Antonio Meli

Giulia la conosco un venerdì sera nel solito pub. Qualche sera più tardi mi invita a prendere una birra e fare due chiacchiere. Io capisco bene cosa vuol dire e so già quello che succederà, così ci penso su un’oretta, faccio una doccia fredda e alla fine le dico di sì, va bene, passo a prenderti per le dieci. Prima di cena telefono alla mia ragazza ma lei non risponde, allora mi dico di non fare tardi, le telefonerò una volta tornato a casa.  Continua a leggere…

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